Non c’è niente di meglio che bere un bel bicchiere d’acqua per dissetarsi e depurare l’organismo, sia nei periodi freddi che nei periodi caldi.
Tuttavia dietro un semplice bicchiere di acqua possono celarsi minacce e pericoli molto gravi.
Ne è un esempio il tallio, un elemento chimico che può essere tranquillamente equiparato ad un veleno mortale.
In alcune zone d’Italia è stata riscontrata la presenza di tallio, provocando gravi avvelenamenti. Eliminare questa sostanza dall’acqua è quindi una priorità per tutelare adeguatamente la propria salute e quella dei propri cari.
Cos’è il tallio?
Il tallio è un elemento chimico scoperto nel 1861. Generalmente è un sottoprodotto derivante dalla raffinazione dei metalli pesanti ma è presente anche in natura, ad esempio negli escrementi di piccione.
Viene usato anche nell’industria elettronica, medica e farmaceutica ed i suoi sali solubili, altamente tossici, sono stati impiegati per la produzione di insetticidi e topicidi.
A causa della loro elevata pericolosità, l’uso di questi composti è stato proibito o comunque fortemente limitato.
Il solfato di tallio è particolarmente subdolo poiché è insapore, incolore e facilmente solubile nell’acqua.
Può essere inalato o ingerito ed ha un periodo di incubazione che va dai 20 ai 30 giorni. I suoi sintomi, che vanno dalla caduta dei capelli a forti nausee, si manifestano dopo molto tempo rendendo difficile avviare una cura.
Come si verifica l’avvelenamento da tallio?
Il tallio dopo un’intossicazione prende il posto del potassio all’interno dell’organismo, interferendo pesantemente con tutti i processi enzimatici. Il corpo, “ingannato”, impiega molto tempo prima di riconoscere la presenza nel tallio e, quando prova ad espellerlo, lo spedisce nell’intestino.
L’assorbimento gastrico risulta molto veloce e danneggia pesantemente gli organi interni essenziali per le corrette funzionalità dell’organismo. Cuore, polmoni, pancreas e reni sono tra gli organi più esposti.
Il veleno determina dei danni soprattutto per il sistema nervoso, ma può provocare anche problemi cardiaci.
Per le persone più anziane può risultare fatale anche una piccola dose di tallio. Per bloccare un’intossicazione da tallio bisogna ricorrere ad emetici (sostanze che spingono a vomitare), lassativi o nei casi più gravi ad una lavanda gastrica.
Quali sono i sintomi del tallio?
I principali sintomi del tallio sono:
- forti dolori addominali;
- nausea;
- vomito;
- febbre;
- diarrea;
- sanguinamento intestinale;
Sono sintomi abbastanza comuni che possono erroneamente condurre a false diagnosi, rendendo difficile intercettare in tempo il veleno.
Successivamente compaiono sintomi secondari e più specifici come:
- perdita di peli e capelli;
- perdita della coordinazione muscolare;
- perdita della memoria;
- tremori;
- eruzioni cutanee;
Nei casi più gravi l’intossicazione da tallio può condurre al coma ed alla morte, soprattutto nei soggetti più deboli e se assunto per un periodo prolungato. Per fermare l’avvelenamento bisogna far ricorso ad una sostanza chelante capace di stabilizzare il tallio, che non può essere riassorbito dall’intestino, e di espellerlo.
La sostanza più efficace è il cosiddetto Blu di Prussia, o ferrocianuro di potassio.
Il caso tallio a Pietrasanta
Negli ultimi anni in Italia si sono verificati alcuni casi di contaminazione dell’acqua da tallio, che hanno acceso i riflettori su un problema forse sottovalutato.
Il tallio infatti è piuttosto raro in natura, quindi non rientra nei parametri di controllo per la potabilità delle acque e di conseguenza non è soggetto ad analisi di routine.
Uno dei casi più gravi si è verificato a Pietrasanta, in provincia di Lucca, dove si sono riscontrati livelli di tallio superiori al limite massimo consentito. Il 3 ottobre 2014 fu emessa un’ordinanza dal comune di Pietrasanta, dopo i rilievi richiesti dall’azienda USL, di non potabilità dell’acqua nella frazione di Valdicastello.
La sorgente contaminata fu individuata nella sorgente Molini di Sant’Anna, subito esclusa dal sistema di approvvigionamento. La causa fu attribuita alle acque meteoriche derivanti da un’estesa frana con diversi minerali contenenti tallio.
Il 7 novembre 2014, dopo ulteriori controlli su tutto il territorio potenzialmente interessato, fu emessa una nuova ordinanza di non potabilità nel centro storico di Pietrasanta.
Nel luglio 2015 un’altra ordinanza dichiarò la non potabilità nel territorio del Pollino, frazione di Pietrasanta al confine con Camaiore.
Nelle zone di Pietrasanta, Camaiore e Valdicastello in passato c’erano miniere, i cui sedimenti hanno contaminato le acque superficiali e quelle sotterranee.
Qui si sono registrate elevate concentrazioni di metalli pesanti come arsenico, piombo, zinco, mercurio, cadmio, antimonio e appunto tallio.
La presenza di questo elemento chimico è quindi probabile in quelle zone d’Italia dove c’è stata un’intensa attività estrattiva.
Come eliminare il tallio dalle acque?
Se le fonti idropotabili dell’acqua risultano contaminate, ci sono due opzioni:
- cambiare direttamente fonte di approvvigionamento, operazione che però risulta molto complessa se non impossibile;
- trattare l’acqua con tecnologie alternative capaci di garantire la potabilità dell’acqua. Per risanare l’acquedotto la soluzione migliore è rappresentata da un mix di ossidazione, flocculazione, filtrazione e adsorbimento sul carbone attivo. In ambito domestico la soluzione più efficiente è rappresentata invece dai depuratori ad osmosi inversa.
Come agiscono i depuratori ad osmosi inversa e quali sono i vantaggi?
I depuratori d’acqua sono la soluzione ideale per eliminare l’eventuale presenza di tallio e qualsiasi altro metallo pesante.
Tramite il meccanismo dell’osmosi inversa l’acqua viene “spinta” attraverso una membrana osmotica che trattiene ogni forma di impurità ed inquinante come virus, batteri, sedimenti, metalli pesanti ecc.
Passa solo l’acqua privata di tutte le sostanze tossiche, risultando buona e pulita da bere per dare più sapore anche al cibo cucinato, al caffè, al tè ecc.
Tra gli altri vantaggi derivanti dall’utilizzo di depuratori ad osmosi inversa si possono segnalare:
- una maggiore efficienza e longevità degli elettrodomestici, in quanto si utilizza acqua dolce che elimina la presenza di calcare e tratta con più dolcezza le tubature e le componenti di lavatrici, lavastoviglie, ferri da stiro ecc.;
- possibilità di gassare, refrigerare e remineralizzare l’acqua a seconda delle proprie specifiche esigenze, adattandone la qualità secondo i propri bisogni nutrizionali;
- risparmio economico, poiché non c’è bisogno di acquistare pesanti e costose bottiglie di acqua che devono essere portate dal supermercato all’auto e dall’auto a casa;
- riduzione della produzione di plastica, un materiale altamente inquinante destinato a sparire nel giro di qualche anno.
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