L’acqua che scorre dai nostri rubinetti il più delle volte è sicura e anche se risulta sgradevole nell’odore o nel sapore è davvero difficile che non sia potabile.
Un’acqua potabile è infatti un’acqua che non è assolutamente pericolosa per la salute.
Sappiamo quanto le acque del rubinetto vengano controllate, sia dal gestore della rete idrica, sia dagli enti preposti (Asl, etc.).
Tuttavia può capitare che nel cosiddetto “ultimo miglio”, cioè negli ultimi metri delle tubature idriche, si verifichino delle contaminazioni, dovute al fatto che, per legge, l’acqua pubblica in questo tratto smette di essere controllata dagli enti suddetti.
Prima di andare avanti ricordiamo infatti che la qualità dell’acqua dell’ultimo miglio spetta all’amministratore di condominio oppure al singolo cittadino, se questo vive in un’abitazione indipendente.
È importante, inoltre, verificare la qualità di questa acqua, farla analizzare e procedere all’installazione di un depuratore da parte di esperti o aziende competenti proprio in depurazione dell’acqua domestica.
Vediamo ora quali sono gli spiacevoli inconvenienti per la salute legati all’ingestione di acqua contaminata, e quali sono le cause che possono determinarli.
Eventuale contaminazione batterica
Chiariamo subito che le contaminazioni batteriche in un’acqua del rubinetto sono davvero rare, soprattutto quando si tratta di costruzioni recenti con tubature nuove.
I problemi possono sorgere se nell’ultimo miglio le tubature risultano vecchie e fatiscenti, con una manutenzione scarsa o se l’acqua arriva da pozzi o vasche di contenimento.
In questo caso sono diversi i batteri che possono intaccare l’acqua e provocare sintomi e conseguenze spiacevoli, quando non addirittura gravi, in chi la ingerisce o la usa anche solo per lavarsi.
Occorre inoltre sottolineare come i più soggetti a queste conseguenze sono coloro che hanno un sistema immunitario debilitato o che siano più deboli fisicamente, come gli ammalati, i convalescenti, gli anziani e i bambini.
Per queste fasce di persone pertanto è ancora più importante che l’acqua sia pura e opportunamente depurata da scorie, microrganismi patogeni, sostanze chimiche e metalli pesanti.
Salmonella enterica: il più comune
In generale, comunque, tra i batteri che possono intaccare l’acqua il più comune è la Salmonella enterica, che si insinua quando le acque reflue o piovane nelle vasche non vengono ben controllate.
I sintomi della Salmonella compaiono dalle 6 alle 72 ore dopo l’ingestione dell’acqua e possono essere da lievi a gravi, con crampi addominali, nausea, diarrea, a volte vomito e febbre.
Nei casi più gravi si arriva alla disidratazione e alla morte, ecco perché, soprattutto per gli anziani ed i bambini bisogna intervenire in fretta ed evitare la causa.
Legionella pneumophila
Un altro batterio che può contaminare le acque potabili del rubinetto, ben più pericoloso della Salmonella, è quello della Legionella pneumophila.
Si tratta di un batterio che può immettersi nelle reti idriche cittadine, ma anche fontane o piscine.
Si propaga non solo con l’ingestione, ma anche con l’inalazione, soprattutto attraverso vapori.
Non a caso chi si ammala di Legionella spesso lo fa attraverso i climatizzatori o attraverso il bagno o la doccia calda (il batterio in questione preferisce infatti le temperature caldo-umide).
I sintomi colpiscono l’apparato respiratorio, provocando febbre alta e malessere generale, fino a polmoniti anche piuttosto gravi con conseguenze talvolta letali.
Escherichia Coli
Tra i batteri che possono contaminare le acque potabili citiamo anche l‘Escherichia Coli, normalmente presente nell’intestino umano, ma che in forma cattiva può provocare intossicazioni acute.
Se si ingerisce accidentalmente acqua contaminata da E.Coli si possono verificare sintomi come forte diarrea, anche emorragica, febbricola e, nei casi gravi, insufficienza renale.
Da ricordare che l’Escherichia Coli è un batterio sensibile al calore, e che viene ucciso con la bollitura dell’acqua.
Contaminazioni da virus: molto rare nei Paesi sviluppati
Le acque potabili, oltre che da batteri, possono essere contaminate anche da virus, da sostanze chimiche o metalli pesanti in eccedenza rispetto al limite consentito.
Sui virus c’è da dire che nei Paesi Occidentali o industrializzati, una contaminazione delle acque potabili è davvero molto rara, in quanto le azioni messe in atto per la potabilizzazione sono effettivamente efficaci.
Nei Paesi in via di sviluppo o non sviluppati, invece, alcuni virus potrebbero contaminare l’acqua, come ad esempio il vibrione del Colera, o l’Epatite A (o anche il Coronavirus, tra cui il Sars Covi-2).
I sintomi in questi casi vanno da serie compromissioni del quadro gastro-enterico, fino a polmoniti o danni epatici, con febbre alta e spossatezza estrema.
Oltre alla depurazione dell’acqua, sono importantissime, in questi casi, le norme igieniche (il lavaggio frequente delle mani, la disinfezione dei sanitari o dei rubinetti) e la bollitura a 100 gradi dell’acqua.
Metalli pesanti e sostanze chimiche: le conseguenze di una contaminazione
Nelle acque del rubinetto il pericolo non è costituito solo dall’eventuale presenza di batteri o virus o funghi.
Anzi, va detto che in Occidente sono piuttosto rari i casi di acque contaminate dai microrganismi patogeni.
Più frequenti e subdole sono invece le contaminazione da metalli pesanti (Arsenico, Piombo, Nichel, Cromo) e sostanze chimiche insapori ed inodori: elementi che se ingeriti per lungo tempo possono portare danni all’organismo, anche irreversibili.
I metalli pesanti ed alcune sostanze chimiche si trovano infatti nel nostro corpo in determinate quantità e detengono funzioni ben specifiche (come il ferro, il calcio, il magnesio e così via).
Se però le quantità eccedono, allora le conseguenze possono essere molto gravi.
Quando ad essere in eccesso sono metalli come il Ferro, il Manganese o l’Alluminio è più semplice evitare l’acqua, perché odore e sapore ne vengono compromessi.
Nel caso di altri metalli pesanti, invece, accorgersene è praticamente impossibile, perché l’aspetto, il sapore e l’odore dell’acqua non cambiano.
I sintomi di intossicazione da metalli pesanti nel sangue, attraverso l’acqua, possono comportare un’eccessiva stanchezza o squilibri ormonali, fino ad effetti sul sistema nervoso centrale e, nei casi più gravi, neoplasie (come le leucemie provocate dal cromo esavalente o i tumori alla vescica, ai polmoni e alla pelle provocate dall’arsenico).
Come si fa a liberarsi dei metalli pesanti nelle acque di rubinetto?
Di solito, lo ripetiamo, i controlli a monte sono molto attenti e scrupolosi, ma se i metalli si accumulano nell’ultimo miglio la soluzione è quella di procedere all’analisi dell’acqua sospetta e l’installazione di un depuratore.
Contro le sostanze chimiche e i metalli pesanti si può pensare ad un depuratore ad osmosi inversa.
Saranno comunque gli esperti del settore, una volta contattati, a consigliare il depuratore più adatto caso per caso.
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