Che residuo fisso ha l’acqua depurata con il depuratore d’acqua?

Nella scelta del depuratore di acqua è importante prestare attenzione anche al residuo fisso, che varia in base al tipo di filtrazione.

residuo fisso acqua depurataIl residuo fisso non è altro che la quantità di sali minerali che sono disciolti nell’acqua: esso viene misurato in milligrammi di minerali per litro di acqua.

Tanto più è elevato il valore del residuo fisso quanto più alta è la quantità di sali minerali.

Per esempio, nelle acque minimamente mineralizzate si ha a che fare con un residuo fisso che non supera i 50 milligrammi per litro: ciò vuol dire che si tratta di acque povere di sali minerali, indicate – per esempio – per i neonati, anche perché sono molto digeribili.

In genere, però, siamo abituati a bere le acque oligominerali e quelle minerali: nelle prime il residuo fisso è compreso tra i 50 e i 500 milligrammi per litro, mentre nelle seconde la forbice va dai 501 ai 1.500 milligrammi per litro.

L’acqua oligominerale disseta e, al tempo stesso, fornisce un apporto di minerali discreto; l’acqua minerale, invece, è consigliata a chi fa sport e alle persone anziane, che hanno bisogno di re-integrare minerali.

In particolare, i depuratori a microfiltrazione non vanno ad alterare il residuo fisso dell’acqua, che – dunque – resta lo stesso dell’acqua che arriva dall’acquedotto.

Ciò vuol dire che la concentrazione di sali minerali non cambia: l’acqua che proviene da un depuratore a microfiltrazione può avere un residuo molto basso, molto alto o su livelli intermedi, a seconda dei casi.

L’apparecchio non ha alcuna influenza su questo parametro: per capire qual è il residuo fisso dell’acqua che si beve, dunque, ci si deve informare presso l’azienda che fornisce l’acqua, oppure è necessario provvedere a delle analisi ad hoc.

Diverso è, invece, il discorso per i depuratori a osmosi inversa: in questo caso, infatti, il residuo fisso è contenuto, paragonabile a quello delle acque oligominerali, il che vuol dire che il contenuto di sali minerali è basso.

Negli apparecchi più recenti, per altro, è presente una piccola leva che consente di regolare il residuo fisso.

Proprio l’osmosi inversa permette di diminuire la concentrazione di minerali: la membrana semi-permeabile alla base di questo processo trattiene i minerali – il calcio, il potassio, il ferro, il magnesio, e così via – facendo in modo che l’acqua sia più leggera.

Insomma, chi ha la necessità di intervenire sul residuo fisso dell’acqua che beve non può che decidere di acquistare un depuratore a osmosi inversa, il solo dispositivo che offre la possibilità di modificare il contenuto di sali minerali (oltre, ovviamente, a purificare l’acqua privandola di tutte le sostanze inquinanti e contaminanti).

Vale la pena di ricordare, in ogni caso, che i minerali di cui abbiamo bisogno nella vita di tutti i giorni vengono assunti in misura preponderante con quello che mangiamo piuttosto che con l’acqua che beviamo: questo vuol dire che possiamo tranquillamente bere un’acqua con un residuo basso senza che ciò possa comportare dei rischi per la nostra salute.

D’altro canto, nemmeno il residuo alto fa male (anche se un consumo eccessivo può determinare un accumulo di sali minerali che rischiano di causare scompensi o disturbi, come per esempio i calcoli renali): ecco perché, prima di decidere di spostare la levetta da un lato o dall’altro, non c’è niente di più indicato che chiedere un consiglio al proprio medico di famiglia, che saprà di sicuro indicare qual è l’acqua da bere più appropriata.

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